Nel maggio 1974, poco prima della morte, Julius Evola dettò personalmente lo statuto della
Fondazione che porta il suo nome, ad essa consegnando il suo lascito, tanto ideale quanto
materiale (per la precisione, i diritti d’autore sulle opere pittoriche e letterarie). Ecco un
estratto dello statuto: «La Fondazione ha per scopo la riaffermazione dei valori tradizionali
della cultura come espressione della personalità umana, nel pensiero, nell’indagine storica e
scientifica, nell’arte. A tal fine si propone di creare un fecondo terreno di incontro, di
discussione, di cooperazione fra tutti coloro che nei diversi campi della vita culturale seguono
i princìpi della verità e della responsabilità, a ciò promuovendo: a) pubblicazioni; b) riunioni
di studio, convegni e dibattiti; c) conferenze, mostre, concerti; d) premi periodici per opere
d’arte, di studio e di alta cultura, tenendo presente soprattutto il loro carattere formativo in
senso tradizionale; e) contatti con associazioni analoghe italiane e straniere; f) borse di
studio; g) ogni altra iniziativa che tenda a valorizzare e a diffondere il pensiero e l’opera di
Julius Evola».
In quasi mezzo secolo dalla sua creazione, la Fondazione si è sempre mantenuta fedele a
questi princìpi, attraverso vari canali e interlocutori. Ha ristampato tutti i libri del filosofo
romano, nella collana delle “Opere” di Mediterranee, dando vita a edizioni curate e
accompagnate da introduzioni, note e apparati. Ha patrocinato e organizzato convegni di
studio e giornate di approfondimento, dedicati ai vari aspetti della sua opera e della sua
azione culturale e metapolitica. Infine, con la collaborazione di svariate case editrici, ha fatto
pubblicare volumi dedicati al suo pensiero e antologie di suoi scritti sparsi – spesso articoli.
Gli organi della Fondazione sono l’Assemblea dei Soci e un Consiglio Direttivo costituito da un
Presidente, un Segretario e un Vicesegretario (cariche attualmente ricoperte da Gianfranco de
Turris, Giovanni Sessa e Andrea Scarabelli).